Un incontro con Antonio De Feo, imprenditore e restauratore, cinquant’anni e da quasi venticinque anni titolare di una delle più prestigiose imprese romane di restauro e conservazione dei beni culturali. Con lui lavorano due dei suoi tre figli: Luca, ingegnere e architetto, e Federico nel ruolo di project manager. Occasione dell’intervista è stato il restauro degli apparati scultori della porta principale del Palazzo del Quirinale, nella Piazza del Quirinale a Roma.
La De Feo Antonio Restauri è risultata la 1a Impresa di Eccellenza del Lazio, su 134 aziende selezionate, per la promozione e valorizzazione dell’artigianato artistico nella Regione Lazio. Questo risultato è frutto di…
Nel 1987 ho creato l’impresa, che poi via via ho abilitato per lavori sempre più impegnativi e delicati. È stato un crescendo di incarichi: dal restauro dei soffitti lignei del Palazzo Nuovo dei Musei Capitolini in Roma al restauro scientifico e ‘musealizzazione’ della barca romana di Ercolano (è stato un intervento complesso e delicato in quanto ‘il relitto carbonizzato’ aveva una resistenza meccanica quasi nulla), dalle edicole sacre del centro storico di Roma (le madonnelle) restaurate in occasione del Giubileo del 2000, al restauro della Fontana del Prigione alle pendici del Gianicolo, un monumento cinquecentesco che ha avuto una storia tormentata, spostata, smontata e rimontata più volte nel corso dei secoli e proveniente, (guarda il caso) dai giardini del Quirinale. A lavori più complessi di consolidamento strutturali in Umbria e in Abruzzo, al consolidamento e restauro della Torre e del corpo centrale del bellissimo Palazzo Orsini-Barberini, a Monterotondo sede del Comune, dove abbiamo da poco ultimato un secondo intervento, stavolta di valorizzazione dei soffitti cinquecenteschi affrescati e in legno intagliati, dorati e decorati.
Siete fra le aziende leader in Italia nel settore del restauro, recupero, consolidamento e valorizzazione del patrimonio storico, artistico, archeologico. Quali sono le tecniche e quali i macchinari che contribuiscono a collocarvi fra le eccellenze?
Quello che rende affascinante questo mestiere così complesso è proprio la molteplicità degli aspetti conoscitivi che comporta: tecnici, scientifici, storici, artistici, estetici. Bisogna unire alla indispensabile capacità artigiana, alla creatività e alla manualità, tutte quelle conoscenze specifiche per il corretto recupero dei manufatti antichi nel rispetto delle loro caratteristiche originarie.
La prima operazione è la fase conoscitiva dell’opera da restaurare. Serve ad ottenere un quadro generale delle tipologie, dell’abbondanza e della distribuzione dei materiali impiegati, delle forme macroscopiche di alterazione (Raccomandazioni NorMal 1/88), eseguendo indagini diagnostiche strumentali e di laboratorio al fine di individuare la corretta metodologia dell’intervento e propedeutica alla elaborazione del progetto di restauro vero e proprio, avvalendosi oltre della esperienza del sottoscritto e dei miei figli che fanno parte dell’azienda, di personale specializzato nella diagnostica applicata ai beni culturali come raccomandato dalle direttive emanate della commissione di indagine parlamentare del 1967 per la tutela e la valorizzazione delle cose di interesse storico, artistico e del paesaggio che ha così sottolineato “i beni culturali sono testimonianza materiale avente valore di civiltà e strumento di umana elevazione”.
La seconda fase è la esecuzione operativa del restauro conservativo dell’opera nel quale vale più che altrove la teoria di Cesare Brandi per il restauro, “rispettare l’autenticità della materia oltre che del significato, eseguire interventi minimi per le integrazioni di lacune e parti mancanti e comunque utilizzare tecnologie distinguibili, compatibili e reversibili”.
Avete appena ultimato il restauro degli apparati scultori della porta principale del Palazzo del Quirinale, nella Piazza del Quirinale. Ma il restauro degli apparati scultorei del Palazzo prosegue. Può illustrarci i prossimi interventi?
Il progetto di restauro è mirato al recupero “degli apparati lapidei a decorazione del compendio edilizio del Quirinale” e comprende: il
restauro degli elementi scultorei e lapidei a decorazione della Porta Principale (anticamente conosciuta come la loggia delle Benedizioni) appena ultimato; il restauro degli elementi lapidei e scultorei della Porta su via del Quirinale; il restauro degli elementi lapidei e scultorei entrata su Via della Dataria; il restauro degli elementi
lapidei e scultorei lungo la salita di Montecavallo.