I Palazzi Panciatichi e Covoni di Firenze, sedi della giunta regionale – Campagna di indagini diagnostiche propedeutiche agli interventi di restauro
Brevi cenni storici. Edificato a partire dal 1445-1446 da Agnolo di Ghezzo Della Casa, Fu acquistato da Clarice Capponi e da questa ceduta al casato pistoiese dei Panciatichi nel 1621. Agli inizi del Settecento il palazzo passò a Niccolò Panciatichi, nipote del cardinale e accademico della Crusca, che ne ingrandì la biblioteca tramite il fidato Abate Anton Maria Biscioni. Lo scalone monumentale, come pure la facciata, è opera del Fontana, che inserì modanature decorative nelle pareti e una copertura a botte. Particolarmente pregevole è la decorazione pittorica delle sale interne del palazzo: una saletta al secondo piano, già nell’appartamento di Giovanni Gualberto Panciatichi, è completamente coperta dagli affreschi di Giovan Domenico Ferretti , Vincenzo Meucci e Pietro Anderlini, con l’Apoteosi di Ercole, Allegoria della vita pastorale e il Trionfo del Tempo sulla Maldicenza. Completano la decorazione illusionistica quadrature su tutte le pareti.