Palazzo Orsini-Barberini di Monterotondo (RM) – Opere di restauro artistico delle sale affrescate e dei soffitti lignei

Brevi cenni storici. Verso il 1400 gli Orsini intraprendono i primi lavori di trasformazione del Palazzo che sarebbe diventato sede della loro residenza. Come attestano vari documenti dell’archivio della famiglia a metà del secolo vi fu ospitato Pio II, e sin dalle origini risultano strutturate nella rocca due residenze distinte per i due rami della famiglia Orsini. Il palazzo assume notevole importanza quando Clarice Orsini, appartenente al ramo discendente da Giacomo Orsini, sposa Lorenzo de Medici nel 1469. Nel 1500, il borgo e la rocca di Monterotondo vengono ereditati da Franciotto Orsini che trasforma e ampia la struttura da fortezza a residenza nobiliare, ultimando i piani inferiori e la scala reale, i cui due rami portavano agli appartamenti nobili, per ospitare Leone X, cugino di Franciotto Orsini. Le opere proseguono agli inizi del Seicento, quando il feudo diventa di proprietà dei Barberini, nel 1626. I Barberini si rendono fautori di un importante ulteriore ampliamento del palazzo allo scopo di renderlo più funzionale. Tutte le iscrizioni degli Orsini vengono ricoperte e sostituite con quelle dei Barberini. In particolare, nelle stanze con gli affreschi del Siciolante e del Bril, l’incarico di sovrapporre gli stemmi dei Barberini a quelli degli Orsini viene affidato nel 1628 a Simone Lagi. Monterotondo, nel 1727, viene venduto ai Grillo, marchesi genovesi, sotto i quali il Palazzo subisce solo alcuni miglioramenti. Nel 1814, la proprietà passa ai Boncompagni, che ne fecero la loro residenza di campagna. Nel 1890 l’Amministrazione Comunale di Monterotondo ne acquista la proprietà destinandone gli ambienti ad aule scolastiche prima e, successivamente, a uffici comunali.

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