Santa Maria delle Grazie di Sant’Anatolia di Narco – Spoleto (PG) – Lavori di restauro artistico e consolidamento
Brevi cenni storici. La chiesa si erge appena fuori le mura di Sant’Anatolia di Narco, presso la duplice porta di levante, le botteghe a dente e le mura brunite lungo la via per Scheggino; un tempo era un’edicola campestre con affreschi umbri di influsso senese (ca.1416). È caratterizzata da tre diverse fasi di costruzione peraltro riconoscibili perché rispettivamente corrispondenti all’edicola, alla parte presbiterale, alla navata con le nicchie laterali.
La facciata a timpano, con incorporato il campaniletto a vela, offre un interessante esempio di interpretazione artigianale del linguaggio formale rinascimentale. Il grandioso portale, come quello dell’attiguo ex convento, è a bugne di tipo abruzzese, con ai lati due finestre quadrate simili; sulla chiave di volta sono visibili il monogramma di Cristo e la data di costruzione (1575, anno in cui fu ingrandita l’edicola). All’interno, sull’altare maggiore entro un arco su pilastrini in finto mosaico, è raffigurata una Madonna in trono con Bambino ritto benedicente sotto l’indulgente sguardo materno tra San Giovanni Evangelista e Sant’Antonio abate, affresco databile XV sec. e riferibile al Maestro di Eggi. La parete di fondo fu completata dal pittore spoletino Piermatteo Gigli, allievo dello Spagna, nel 1578. Altri affreschi più tardi sono in due nicchioni laterali.